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Raffaele Procacci

Con i colori del cielo e della notte

Un tributo assolutamente originale al Centenario della “Beneamata”. Da Virgilio Fossati a Peppino Meazza, da Benito Lorenzi a Giorgio Ghezzi, passando per la mitica “filastrocca” degli anni Sessanta (Sarti Burgnich Facchetti Bedin Guarneri Picchi Jair Mazzola Peirò Suarez Corso: respiro!), 100 poesie per altrettanti protagonisti di una squadra irresistibilmente “femmina”, facile alla lusinga e incline al tradimento, che ha conquistato il cuore di milioni di tifosi e un posto nella ristretta élite del calcio mondiale.

Si dice che l’Inter sia pazza, ma deve proprio somigliarle chi, considerato lo stato di salute in cui versa la poesia, ha voluto dedicarle un’antologia con il ritmo e il metro classico dell’endecasillabo in quarta rima.
Cento poesie per raccontare cento anni di storia della «Beneamata».
Una storia di artisti e di pionieri, di saggi e squilibrati, di campioni e di gregari. Una rassegna di trionfi e di disfatte, di vertici e di abissi, di distonie e vertigini, di attese e sofferenze senza fine. Illusione e disincanto fusi nel crogiuolo d’una passione antica e irriducibile.

Secondo svenevolezze, turbolenze ormonali e proprietà semantiche a suo tempo certificate da Gianni Brera, l’Inter è creatura squisitamente «femmina». Di qui il suo fascino. E la perdizione dei suoi tifosi.
Ci sembra tuttavia impropria l’equazione «interista uguale masochista». Più semplicemente, i tifosi in generale, e quelli nerazzurri in particolare, amano la propria squadra per quello che essa è, non per quello che vorrebbero fosse. L’amano senza conoscerne il motivo, perché se lo conoscessero, e soprattutto la conoscessero fino in fondo, smetterebbero di farlo. Voi dite?

La conquista, dopo quello «amministrativo» del 2006, del quindicesimo scudetto, tutto vero e tutto suo, consentirà all’ineffabile «Beneamata», in occasione dell’imminente Centenario, di indossare il vestito tricolore della festa lungamente attesa. Per i suoi impagabili tifosi, la quaresima è finita.
E un calciatore con questo cognome, appunto Quaresima, battezzato Bruno, classe 1920, non poteva che giocare nell’Inter (campionato 1947-’48: 25 presenze, 16 gol).
Ma si può? Certo che si può. O non sarebbe più lei…




Prezzo: 15,00
ISBN: 978-88-87911-94-7
PAGINE: 316
Anno pubblicazione: 2008
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