Giuseppe Pasquale Fazio, Caterina Sasso

Divagazioni sulla pragmatica della comunicazione umana

«L’uomo che guarda fisso davanti a sé mentre fa colazione in una tavola calda affollata, o il passeggero d’aereo che siede con gli occhi chiusi, stanno entrambi comunicando che non vogliono parlare con nessuno né vogliono che si rivolga loro la parola, e i vicini di solito “afferrano il messaggio”, rispondendo in modo adeguato, lasciandoli in pace. Questo, ovviamente, è proprio uno scambio di comunicazione nella stessa misura in cui lo è una discussione animata».
(Paul Watzlawick)

La comunicazione umana – e lo studio di essa – può essere ben suddivisa in tre sottosezioni: la sintassi, la semantica e la pragmatica.
La prima – la sintassi – comprende tutte quelle problematiche legate alla codifica e decodifica dell’informazione, ai canali, alla ridondanza e al rumore (sono questi i così detti problemi sintat-tici);
la seconda – la semantica – si occupa del significato della comunicazione per i comunicanti (ci riferiamo qui ai cosiddetti problemi semantici);
la terza ed ultima – la pragmatica – si occupa di quelli che sono gli effetti della comunicazione sui parlanti, ovvero dell’influenza che questa esercita sul loro comportamento.

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