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Luciano Rossi

Echi lontani

Cinque racconti di guerra. Uno di questi in versi.
L’autore, quella guerra di cui scrive (’39-’45), l’ha in parte conosciuta. Alcuni ricordi sono ancora vivi. Quando a un rombo d’aereo si tuffava nel fosso più vicino, quando i tedeschi gli sibilarono due raffiche di mitra poco sopra il capo, quando nella sua casa il 24 aprile v’era una mitraglia a ogni finestra.
Ciò nonostante crebbe sereno e visse quella stagione come un gioco gigantesco, immane.
Era del resto l’unica vita che allora conoscesse. Lui, la pace non l’aveva mai veduta. E gli restò la passione di sapere tutto di quella storia universale, di cui come esperienza personale aveva solo la guerra civile attorno a casa, gli elegantissimi ufficiali tedeschi, le tende nere di sera alle finestre e il brontolio incessante dei cieli. La passione di sapere tanto e di dirne anche un po’.
A modo suo. Ricordando, raccogliendo testimonianze, immaginando storie.

"Nei pensieri di Von Klar quel lungo ponte altro non era che la lugubre via della non lontana ritirata ignominiosa. Sempre che i bombardamenti degli Alleati lo avessero risparmiato sino a quel giorno. Già lo vedeva percorso dalla lunga fila stanca dell’esercito tedesco in rotta o prigioniero, che camminava per inerzia, senza più capi, senza bandiera, senza più armi né disperate illusioni."
(Le due ragazze)

"Quando il capitano Nikolaj Nikolaevic varcò la piccola porta del palco di famiglia il sipario s’era già levato e il direttore d’orchestra stringeva la mano al violino solista. Era dunque in ritardo, il giovane ufficiale, e la madre lo avrebbe rimproverato. Al suo ingresso s’era voltata appena. Niente più d’un cenno del capo. Non era quello il momento di distrarsi: era di scena infatti lì, davanti a loro, al Bolscioi di Mosca, il grande Jozef Choiwa, il miglior violino che la Polonia avesse conosciuto."
(Il tenente Weinrich)

Luciano Rossi è persona di ubiqui interessi.
Ha svolto la professione di ingegnere fino al 1992, ma, specializzato anche in Sociologia, dal 1977 è stato docente di Metodologia delle scienze sociali, prima all’Università di Parma e poi a quella di Urbino.
Iscrittosi in seguito all’Albo degli psicologi, dal 1993 esercita la professione di psicoterapeuta e di docente presso la Scuola superiore di psicoterapia adleriana di Reggio Emilia.
Come narratore abbiamo da lui finora due romanzi. Poi attività giornalistica, saggi specialistici, atti di convegno.

Pubblicazioni:
Una metodologia per le scienze umane, Edizioni Casanova, 1979; Negazioni, Quattroventi, 1992; 
Psicodialettica, Quattroventi, 1999; Parole che curano, Siaca, 1999; «Sed tantum dic verbo», in AA.VV.,
La scienza e la parola, Scheiwiller, 2002; La scala di Shepard, Clinamen Editore, 2007; «Un coup de dés...» in AA. VV., L’enigma del caso, Edizioni Goliardiche, 2008; Il Vento e la Legge, Clinamen Editore,
2009.

Prezzo: 11,60
ISBN: 978-88-6358-325-0
PAGINE: 92
Anno pubblicazione: 2015
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Genere: Narrativa

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